Il 28 ottobre ’19 c’è stato un evento speciale al Teatro Argentina in Roma, organizzato per celebrare i Settantaquattro Anni dell’Indipendenza della Repubblica di Indonesia ed i Settant’anni delle Relazioni Diplomatiche tra l’Indonesia e l’Italia.
Dopo un ricco programma musicale e culturale agli ospiti invitati è stato donato un sacchetto regalo, contenente, tra l’altro, un mangostano, frutto tipico dell’arcipelago del sud est asiatico composto da oltre diciassettemila isole. Il mangostano (Garcinia mangostana L.), in Italia ancora poco conosciuto, è una pianta sempreverde tropicale della famiglia Clusiaceae. Si tratta di un frutto commestibile, di forma tondeggiante, con un diametro di circa 5–7 cm, che matura anche partenocarpicamente, cioè non richiede necessariamente fecondazione e, in questo caso non ha seme. Acerbo, il frutto si presenta con un colore verde chiaro, successivamente la buccia (pericarpo) del frutto, in epoca di maturazione, prende un colore viola profondo. La membrana sottostante la buccia, che avvolge l’arillo e il seme, contiene acidi polifenolici, tra cui il tannino e lo xantone che protegge da eventuali infestazioni di insetti e infezioni di funghi, virus vegetali e batteri. Il cambio di colore da verde pallido a viola scuro e il contemporaneo leggero ammorbidimento del pericarpo fanno parte del naturale processo di maturazione e indicano che il frutto ha concluso il suo sviluppo e può essere consumato. Il frutto non è più commestibile quando si presenta con buccia dura e secca e con il peduncolo e il calice ossidati. Per gustarlo s’incide con un coltello tutta la circonferenza e si divide il frutto a metà, estraendone poi gli spicchi contenuti all’interno. Per gustare il mangostano basta inciderlo al centro e dopo aver sollevato leggermente le due metà se ne gustano i pezzi di polpa commestibile. Carlo Marino #marinoenogastronomictour
